Io ho una visione idilliaca
dell’influenza – almeno prima di prenderla davvero. Quando comincio ad avere
tosse e raffreddore, penso che se per caso mi viene anche un po’ di febbre
posso stare a casa qualche giorno. Già mi vedo in pigiama e vestaglia a preparare
biscotti, impastare qualche nuovo tipo di pane e finire di leggere, finalmente,
quel librone di 600 pagine che da qualche settimana sosta sul mio comodino. Poi
l’influenza mi viene davvero e le cose vanno in modo completamente diverso.
Prima possibilità: la febbre non è così alta e posso far finta di niente, anche
perché per ragioni varie non posso chiudermi in casa nemmeno per un paio di
giorni. Quindi faccio tutto quello che farei se stessi davvero bene, con il
risultato che alla sera sono stanchissima, il mal di testa, lieve la mattina, aumenta
vertiginosamente durante il giorno e non riesco nemmeno a leggere quelle dieci
pagine che di solito leggo a fine giornata, né tanto meno ho la forza di fare
nuovi esperimenti di cucina. Seconda possibilità: mi viene la febbre così alta
che non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto – o solo un attimo e poi mi arrendo
ad una giornata di assoluta immobilità, incapace di fare qualsiasi cosa. Niente
a che vedere, insomma, con la versione ‘approfitto per fare qualcosa di bello’
o con le influenze che prendevo da piccola.
Se capitava che mi svegliassi con
la febbre, la prima ‘buona notizia’ era che a scuola con la febbre non si
poteva andare. Io a scuola sono sempre andata volentieri e studiare mi è sempre
piaciuto moltissimo, però l’idea di stare qualche giorno a casa era davvero
allettante. Dopo colazione mia mamma rimaneva a farmi compagnia, invece di
dedicarsi alle sue solite attività, giocava con me, mi leggeva qualche storia,
preparavamo insieme i vestiti di carta per le bambole, quelli che si
appendevano con le linguette sulle spalle delle sagome di carta. Se per caso
era malata anche mia sorella era proprio un giorno di vacanza, altrimenti lei
si faceva trascinare con i lacrimoni fino alla porta di casa, come accadeva a
me quando io andavo a scuola e lei restava a casa malata. Da malata non ero
costretta a mangiare la carne – che da piccola odiavo – e potevo scegliere solo
alcune delle mie pietanze preferite: le stelline in brodo, il purè di patate
con tanto formaggio, il semolino, un ciambellone buonissimo che fa mia mamma
inzuppato nel tè all’ora di merenda.
Già da piccola avevo la mia idea
di ‘comfort food’ che non è poi così distante da quella che ho ora. Anche
adesso quando sono malata – da qualche settimana passo da un raffreddore
all’altro – uno dei miei piatti preferiti sono le minestre in brodo. Di
qualsiasi tipo, da quelle semplicissime, pastina all’uovo e brodo vegetale a
quelle un po’ più ‘graziose’ come questa.
La ricetta è di Simone Rugiati,
io ho fatto solo alcune minime variazioni. La ricetta originale utilizza un
brodo di pollo, mentre io preferisco quello vegetale e ho insaporito la
pastella delle crespelle con un pizzico lieve di noce moscata (un’altra volta
ho utilizzato la buccia grattugiata di un limone bio, ugualmente buone, più
fresche e .. frizzanti).
La quantità di brodo dipende dal
gusto personale: minestra molto brodosa – è il mio caso – oppure minestra quasi
asciutta.
CREPES DI FARINA DI CECI IN BRODO
(da una ricetta di Simone Rugiati)
Ingredienti per 4 persone:
150 gr di farina 00
50 gr di farina di ceci
2 uova
500 ml di latte intero
un pizzico di sale
un pizzico di noce moscata (non
prevista nella ricetta originaria)
un cucchiaio di olio extravergine
di oliva (servirà per ungere la padellina nella quale cuocere le crepes)
750 ml di brodo vegetale (brodo
di pollo nella ricetta originaria)
Per servire:
parmigiano grattugiato
Metti nel bicchiere del
frullatore le due farine, le uova e il latte.
Aggiungi la noce moscata
grattugiata e un pizzico di sale (io salo un pochino l’impasto perché il brodo
vegetale che faccio io non è molto salato).
Frulla fino ad ottenere un
composto liscio e vellutato e lascialo riposare in frigorifero per un’ora (a
mio parere è più facile fare le crespelle se la pastella riposa un pochino).
Trascorsa l’ora di riposo
dell’impasto, ungi leggermente una padellina antiaderente adatta alla cottura
delle crepes, utilizzando una piccola parte del cucchiaio di olio (il resto
servirà per ungere di nuovo la padellina, via via che cuoci le crepes).
Appena la padellina è calda,
versa una cucchiaiata di impasto, rotea velocemente la padellina in modo da
ricoprirne il fondo con l’impasto e fai cuocere un minuto la crespella. Appena
inizia a colorirsi ai bordi, girarla e cuoci rapidamente anche dall’altra
parte.
Impila le crespelle già cotte su
un piatto e continua a cuocerle fino ad esaurimento dell’impasto.
Quando tutte le crepes sono
pronte, tagliale a striscioline e lasciale cuocere pochi minuti nel brodo
bollente.
Servi con una dose generosa di
parmigiano grattugiato – se piace.
EASY: per bambini e mariti che
non amano il brodo: cuoci le crespelle nel brodo, scolale e servile asciutte
con un cucchiaio di salsa di pomodoro e parmigiano grattugiato. In questo caso
per fare le crepes per quattro persone raddoppia le dosi della ricetta.
CHIC: mi piace molto iniziare una
cena in inverno con un primo piatto caldo e in brodo. Servi una piccola
quantità di queste crespelle in brodo a inizio cena, magari prima di un secondo
piatto di carne importante. Per fare una cosa proprio carina….servile nelle
tazze che si utilizzavano per il consommé.
Un meraviglioso confort food!!!!
RispondiEliminaGrazie Giuliana, la ricetta è di Simone Rugiati e trovo che sia davvero buona. A presto.
EliminaHai ragione da piccoli febbre voleva dire casa coccole e brodino caldo, ora sono grande ma in inverno il brodo caldo rimane il mio confort food preferito e quest'idea delle crespelle è grandiosa
RispondiEliminabaci
Alice
Ciao Alice, grazie di essere passata. Si da piccoli essere malati voleva dire ottenere una dose extra di coccole! Anche per me in inverno un bel brodo caldo è una delle cene più 'comfort' alla quale posso pensare. baci e a presto!
EliminaAnche io da piccola, tutto sommato, non ero così dispiaciuta di essere a casa malaticcia!
RispondiEliminaCoccole da tutti, papà che mi noleggiava i cartoni animati, mamma che mi comprava il gelato :)
Le tue crepes mi ispirano tanto, le avevo viste pubblicate da Rugiati e mi incuriosivano! Ora che so che ti sono piaciute vado sul sicuro.
Un abbraccio forte!
L'idea dell'influenza è una cosa l'influenza è un'altra.... hai proprio ragione! Ma da piccoli che meraviglia, coccole, mangiarini preferiti... vittorie sui fratelli o sorelle senza neanche fiatare.... bellissimo! E questo piatto di fettuccine di crepes? Con la farina di ceci mmagino che profumino...Un bascione!
RispondiEliminaCiao Antonella, che bella ricettina....bravissima!!!!!
RispondiEliminaBella la ricetta, bello il post!!!
RispondiEliminaDavvero un comfort food, avvolgente e corroborante, una coccola culinaria :-)
Favolosa la versione chic!!!
Buona domenica.
A presto ...
Ottime queste crepes con la farina di ceci... delicate e deliziose, Bravissima!
RispondiEliminaanch'io è da tanto che vorrei postare le crespelle di ceci, ma in brodo non le ho mai provate, lo farò di sicuro! mi ispirano moltissimo! brava, ottima proposta... Un bacione
RispondiEliminama dai, mai preparate, mi ispirano proprio un bell'assaggio!! Un abbraccio SILVIA
RispondiEliminaun piatto di grande piacevplezza e caldo che da comforto dal freddo
RispondiEliminache buone devono essere...in casa mia quando faccio qualcosa in brodo storcono sempre il naso, ma queste sono favolose, proverò a proporgliele...
RispondiEliminabacioni cara e buon pomeriggio
Le zuppe e i brodini sono quelle cose che mi fanno tornare bambina. Ho sempre adorato quello che mio fratello definisce "cibo da ospedale", minestrine in brodo, mele cotte al forno, purè caldo e profumato. Non ho mai provato a fare le crepes con la farina di ceci e tanto meno ad usarle per una minestra in brodo
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