venerdì 31 maggio 2013

Focaccine integrali di Sara Papa

Penso di aver detto qui almeno una decina di volte che il mio luogo-relax ideale è .. una libreria. Se mi devo distrarre da qualche pensiero poco piacevole o se in settimana ho a disposizione un’ora di tempo da dedicarmi.. è quasi certo che la utilizzo girellando tra scaffali pieni di libri. Un giretto in libreria è una tappa imprescindibile del fine settimana se restiamo a Torino. Ovviamente ho i miei reparti preferiti che sono quello di arte, di storia e di cucina e – lo ammetto – se non sto cercando qualcosa di preciso ma voglio solo curiosare la prima cosa che mi attira di un libro è .. la copertina! Mi piace moltissimo leggere e posso trascorrere qualche ora in una libreria senza accorgermi che il tempo è passato, sfogliando tutti i libri che mi capitano sottomano. Ne esco sempre con una ‘lista dei desideri’ lunghissima.
A Milano una delle mie librerie preferite si trova in pieno centro e vende esclusivamente libri di cucina, un vero paradiso! E’ lì che l’anno scorso ho trovato e acquistato questo libro di Sara Papa, che mi ha conquistato per la semplicità con la quale sono spiegate le ricette, per le immagini .. golose e perché la prima ricetta che ho visto aprendo a caso il libro sono state queste focaccine. Che mi hanno immediatamente ricordato un periodo molto piacevole della mia vita, quando ero ancora piccola e studiavo. Mi chiudevo in camera tutta la mattina (e buona parte del pomeriggio!) immersa nei libroni, ma intorno alle undici facevo una breve pausa-ricreazione. Aspettavo che la mia mamma rientrasse dal giro di spesa e commissioni varie e insieme ci mettevamo sedute in cucina, con una tazza di caffè per lei e di té per me e una focaccina integrale identica a queste – che il panificio dove si serviva mia mamma (abitavamo a Roma in quegli anni) chiamava ‘cruschelle’. La mangiavo così, senza niente dentro, chiacchierando piacevolmente e dopo una ventina di minuti tornavamo alle nostre occupazioni. Ecco perché questa è stata la prima ricetta di questo libro che ho sperimentato (anzi ne approfitto per dire a mia mamma di farle.. sono identiche a quelle che compravi!). Non ho cambiato niente della ricetta originale, ho usato il lievito di birra perché non mi sono ancora decisa a sperimentare il lievito madre.. ma lo farò presto ed ho impastato a mano perché se non sono di corsa lo trovo molto più divertente che usare la planetaria. Sono davvero ottime, riescono sempre come del resto tutte le ricette del libro che ho provato a fare, seguendo alla lettera le indicazioni.  




FOCACCINE INTEGRALI DI SARA PAPA

 




Ingredienti per 6/8 focaccine (le dosi sono la metà rispetto a quelle indicate nel libro)


325 gr di farina integrale
6 gr di lievito di birra (oppure 75 gr di lievito madre)
150/180 gr di acqua (la quantità di acqua necessaria dipende da quanta ne assorbe la farina)
25 gr di miele (io ho utilizzato un miele bio di acacia)
15 gr di olio extra vergine di oliva
1 cucchiaino di sale


In una brocca sciogli il lievito di birra con 150 gr di acqua e il miele.
Lascia riposare qualche minuto.
Metti la farina in una ciotola (non occorre setacciarla), versa l’acqua con il lievito e inizia ad impastare.
Aggiungi il sale sciolto in qualche cucchiaio di acqua, lascialo assorbire, inserisci da ultimo l’olio e continua a lavorare la pasta, aggiungendo se necessario ancora un po’ di acqua fino ad ottenere una pasta liscia e compatta.
Mettila a lievitare in una ciotola lievemente unta di olio, copri con la pellicola e lascia riposare fino a quando raddoppia di volume (io ho impiegato circa 4 ore).
Quando la pasta è lievitata, rovesciala su un piano infarinato e allarga e distendi l’impasto con le mani (l’impasto è morbido e facile da lavorare, non occorre il mattarello per stenderlo).
Ritaglia le focaccine con un tagliapasta (io ne ho usato uno rotondo di 7 cm di diametro ed ho ottenuto 8 focaccine).
Metti le focaccine su una teglia rivestita di carta da forno, copri con un canovaccio e lascia lievitare ancora 20 minuti.
Mentre le focaccine lievitano accendi il forno a 190 gradi.
Cuoci in forno già caldo a 190 gradi per 20 minuti.
 


EASY:  per un pic nic (se prima o poi quest’anno l’inverno finisce) farcite come preferisci, mozzarella-pomodoro, salmone-philadelphia-rucola, insalata riccia-pomodori ciliegino-uovo sodo…

 


 
CHIC:  nel cestino del pane per cena insieme a pezzetti di focaccia e panini all’olio.

mercoledì 22 maggio 2013

Risolatte con fragole e pistacchi

Da piccola ero una vera peste per mangiare, tranne la frutta, il pane e la cioccolata non c’era niente che mi piacesse davvero. Credo che solo la pazienza di mia mamma abbia potuto sopportare i miei capricci ogni volta che ci sedevamo a tavola. Crescendo ho cominciato a mangiare tutto (o quasi) ma sono rimasta comunque un ‘tipo difficile’. Forse il mio pasto preferito è la colazione: nella giornata posso anche saltare tutti i pasti, ma non posso rinunciare ad una buona colazione, fatta come dico io, seduti a tavola, con qualcosa di caldo anche in piena estate e un po’ di scelta tra biscotti, torte e pane con la marmellata. Il pasto che mi è più antipatico è il pranzo nei giorni lavorativi. Mi porto sempre qualcosa da casa e non amo mangiare fuori perché .. appunto sono piuttosto difficile. I panini del bar mi vengono a noia e non mi piacciono granché, la pasta che preparano nei locali intorno all’ufficio è condita in modo che a me non va .. insomma ammetto di essere insopportabile. Dopo vari tentativi ho deciso di rinunciare a mangiare fuori, preferisco portare il mio piccolo ‘lunchbox’ da casa (faccio un’unica eccezione a questa regola, quando vado a Milano per lavoro e mi concedo un pasto specialissimo a base di yogurt e macedonia di frutta .. ma di questo parlerò un’altra volta). Spesso la mia pausa pranzo del venerdì per festeggiare l’inizio del fine settimana prevede qualcosa di dolce, quando fa freddo un mini muffin o un altro dolcetto del genere, in estate preferisco i dessert a base di frutta. Qualche anno fa mi ero fissata con questa crema di riso, poi l’ho dimenticata per un po’ e l’ho riscoperta di recente in una versione nuova, che non prevede la cottura del riso nel latte, ma nell’acqua. E’ più veloce da fare e a mio parere il gusto è del tutto simile e la consistenza ugualmente piacevole. Ne parlavo alcuni giorni fa a cena con amici ed ho scoperto.. che è un dolce che piace – pare - solo alle ‘signore’, i mariti (il mio incluso) non lo vogliono nemmeno assaggiare.

Questo dessert totalmente privo di cioccolato è dedicato a mia sorella che domani compie gli anni e NON mangia cioccolato.
Auguri !!!

RISOLATTE CON FRAGOLE E PISTACCHI



Ingredienti per 6 barattolini (io utilizzo quelli di vetro dello yogurt)


100 gr di riso Originario
120 gr di latte intero
80 gr di zucchero superfine tipo Zefiro
30 gr di panna
1 baccello di vaniglia
sale
200 gr di fragole
50 gr di zucchero a velo
20 gr di pistacchi di Bronte (peso già sgusciati)


Lava bene il riso sotto l’acqua per eliminare l’amido.
Mettilo in una pentola, coprilo di acqua fredda e inserisci il baccello di vaniglia aperto e un pizzico di sale.
Fai cuocere a fiamma bassa per 20 minuti (l’acqua si assorbirà quasi completamente, se dovesse asciugarsi troppo, aggiungi un bicchiere di acqua bollente durante la cottura).
Trascorso il tempo di cottura, scola il riso ed elimina la bacca di vaniglia.
Utilizzando un frullatore, frulla il riso con il latte, la panna e lo zucchero superfine (quello a velo ti servirà per le fragole).
Disponi il risolatte nei bicchierini o nei barattoli che vorrai usare e lascia raffreddare.
Lava le fragole, tagliale e pezzetti piccoli e condiscile con lo zucchero a velo. Lascia macerare per tutto il tempo di raffreddamento del riso.
Prima di servire aggiungi su ogni bicchierino di risolatte un cucchiaio di fragole ed una manciata di pistacchi spezzettati grossolanamente.

 

EASY:  per una dolce pausa pranzo in ufficio.



 

 
CHIC:  dessert per una cena in piedi. Puoi preparare su un vassoio i bicchierini con il solo risolatte e proporre vari ‘condimenti’: una coppa con le fragole, una salsiera con cioccolato fuso, del miele e frutta secca tagliata grossolanamente. Ogni invitato potrà comporre il proprio bicchierino-dessert come preferisce.

martedì 7 maggio 2013

La non ricetta - suggerimento goloso # 3 - Sfogliatina alle pere e taleggio

Ogni tanto compro la rivista di Donna Hay. Si lo so, può sembrare strano che in Italia si acquistino riviste di cucina australiane, ma la sua è una rivista speciale. Chiunque ne abbia avuta una copia tra le mani sa che le foto sono bellissime, le ricette forse per noi non sono tutte fattibili (almeno per i miei gusti) però sono una fonte di ispirazione continua e poi quello che davvero mi piace tanto è la sua ‘filosofia di cucina’. Spesso facile, veloce e di grande effetto. Ovvero come cucinare qualcosa che sia carino da vedere, gustoso da mangiare senza necessariamente trascorrere le ore in cucina. Io adoro cucinare (come molti di quelli che passano di qui, penso) e potrei passare un’intera giornata a cucinare e impastare senza accorgermi che il tempo passa. Purtroppo però.. nella vita vera le cose vanno in modo diverso e credo che mi sia successo si e no una decina di volte negli ultimi cinque anni di avere a disposizione un’intera giornata per cucinare E BASTA (ma forse sono anche meno di dieci!). Così sono sempre alla ricerca di ricette che si possano fare in breve tempo, ma non siano troppo banali. Ricette da usare quando invito gli amici all’ultimo momento o quando ho davvero pochissimo tempo e mi rifiuto di fare la cena aprendo un barattolo di tonno sott’olio.
Per questo ho una collezione di quelle che chiamo ‘non ricette’ e che inserisco ogni tanto in questa rubrica di Cioccomela. Mi vergogno un po’ a chiamarle ricette per quanto sono semplici e facilissime da fare, però a me sono utili per preparare qualcosa di diverso in un tempo brevissimo. Questa sfogliatina di pere l’ho provata per caso qualche settimana fa e da allora l’ho già fatta almeno quattro volte in occasioni diverse.
Tornando a Donna Hay, in uno degli ultimi numeri che ho acquistato - dedicato a ricevere gli amici - lei scrive che invitare qualcuno a cena non deve essere fonte di stress, ma un momento piacevole da condividere in cui la voglia di stare insieme deve essere ancora più importante del cibo che si mette in tavola. Se chi si incarica di cucinare è sempre affaccendata dietro alle pentole o arriva al momento della cena stanchissima per il troppo lavorare e non riesce a gustare la compagnia dei propri ospiti .. che divertimento c’è? Non posso che condividere pienamente e nel mio piccolo cerco di applicare questa, a mio avviso, splendida idea di vita.




SFOGLIATINA ALLE PERE E TALEGGIO

 



Ingredienti per 4 sfogliatine (io ho utilizzato stampini di porcellana bianca da crostata diametro cm 11):

1 rotolo di pasta sfoglia già pronta
1 pera decana
200 gr di taleggio
un mazzetto di rucola
pepe nero macinato al momento (se lo usi)

Scalda il forno a 180 gradi.
Ricava dalla pasta sfoglia quattro dischi leggermente più grandi degli stampini che vorrai utilizzare.
Rivesti gli stampini da crostata con carta da forno e adagia su ciascuno di essi un disco di pasta sfoglia.
Lava e sbuccia la pera. Privala del torsolo e dei semi e tagliala in fettine piuttosto sottili (più sono sottili, più si disferanno in cottura, rendendo il ripieno della sfogliatina più gustoso).
Disponi su ciascuna sfogliatina delle fettine di pera, avvicinandole le une alle altre in modo da coprire tutta la superficie della tortina.
Condisci le fettine di pera se lo usi, con pochissimo pepe nero macinato al momento.
Completa ogni tortina con pezzetti di taleggio (privato della crosta).
Metti in forno già caldo per 15 / 18 minuti, fino a quando le sfogliatine saranno dorate e il formaggio in superficie completamente fuso.
Mentre le tortine cuociono lava e asciuga la rucola.
Prima di servirle aggiungi su ciascuna qualche foglia di rucola (io non aggiungo né sale né olio).
Servi le sfogliatine tiepide.

  

EASY:  nel cestino da pic nic. In questo caso evita la rucola che rischia di arrivare a destinazione non .. in perfetta forma.

 
 



CHIC:  per cena come antipasto, accompagnata da un’insalata di valeriana, quando il primo piatto è una crema di verdure.

giovedì 2 maggio 2013

Strawberry Pie

Da piccola ero una grande lettrice di Topolino. Le mie storie preferite erano quelle dei Paperi, adoravo Paperinik e le avventure .. beh quasi sempre disavventure di Paperino. Del ‘mondo papero’ mi piaceva tutto, le storie e le ambientazioni: dalla casetta con giardino di Paperino, al deposito di Paperone straboccante di trilioni e di monete d’oro in cui lui nuotava come se fossero liquide come il mare. Mi divertivano le scenate isteriche di Rockerduck e le idee strampalate di Brigitta per conquistare Paperone. Quando lasciavano Paperopoli per una gita in campagna da Nonna Papera si portavano dietro cestoni da pic nic straboccanti di golosità. La cosa strana è che non ero una bambina golosa e facevo una quantità assurda di capricci per mangiare qualsiasi cosa, eppure ricordo perfettamente che se c’era qualcosa che proprio mi attirava erano le torte di Nonna Papera, guardavo incantata il disegno e mi sembrava quasi di sentirne il sapore. Come ho detto altre volte, già da piccola ero una ‘food lover’.. disappetente magari, ma pur sempre ‘food lover’.
Credo di aver copiato mille volte il disegno della casetta di Nonna Papera che aveva sempre pronta sulla finestra a raffreddare una gigantesca ‘pie’. Una tortona che dal disegno si intuiva deliziosa e fumante, una bella cupolotta di pastafrolla che racchiudeva all’interno un ripieno di frutta. Come molti bambini – almeno credo – che leggevano Topolino sono cresciuta con due ‘dolci mitici’: le pies di Nonna Papera (anche se solo qualche anno più tardi ho saputo che quelle torte magiche si chiamavano ‘pie’) e le frittelle belle soffici e gialle della colazione che Paperino, quando proprio era in vena, preparava spadellando allegramente per i nipotini. Le faceva saltare sulla padella come se fossero di gomma e questa cosa mi affascinava tantissimo.
Non vado matta per i pancakes a colazione (anche se ogni tanto la domenica sono un piacevole diversivo, magari accompagnati da frutta fresca, lo sciroppo di acero proprio non mi piace), ma le torte di pasta frolla e frutta tipo Nonna Papera mi piacciono moltissimo. Sono buone in ogni stagione, con le mele e la cannella in autunno, le albicocche e le mandorle in estate e questa con le fragole è la mia versione primaverile. Sperimentata per caso solo qualche anno fa, adesso è una delle mie preferite.
Le foto purtroppo le ho fatte ancora una volta io. Devo trovare il modo di costringere mio marito a riprendere con più costanza la sua attività di collaboratore del blog.



STRAWBERRY PIE



Ingredienti per 4 pies monoporzione (diametro degli stampini 7 cm):
(per una torta grande, diametro 20 cm raddoppia le dosi)

Per la pasta frolla:
180 gr di farina 00
80 gr di burro freddo + altro per imburrare gli stampi
80 gr di zucchero a velo
2 tuorli d’uovo
un limone bio non trattato (la buccia la userai per la pasta, il succo per le fragole)
un pizzico di zenzero in polvere


Per il ripieno:
150 gr di fragole (peso della frutta giù pulito)
75 gr di zucche a velo

Prepara per prima la pasta.
In una ciotola mescola con un cucchiaio di legno lo zucchero e il burro a pezzetti.
Aggiungi i tuorli uno per volta, unendo il secondo solo quando il primo è ben amalgamato.
Per ultima aggiungi la farina setacciata, la buccia grattugiata di mezzo limone e il pizzico di zenzero.
Impasta rapidamente fino a quando tutti gli ingredienti sono ben amalgamati, senza scaldare troppo la pasta con le mani.
Togli l’impasto dalla ciotola, forma una palla, avvolgila nella pellicola e lascia riposare in frigorifero per tre ore.
Mentre la pasta riposa prepara le fragole.
Togli il picciolo e lavale.
Tagliale a fette non troppo sottili e mettile in una ciotola di vetro con lo zucchero a velo e 3 cucchiai di succo di limone).
Mescola rapidamente e lascia riposare le fragole nel loro sugo per tutto il tempo di riposo della pasta.
Trascorso il tempo di riposo della pasta, accendi il forno a 170 gradi e imburra generosamente gli stampi da crostata che vorrai utilizzare.
Stendi la pasta tra due fogli di carta da forno.
Ricava dalla pasta 4 cerchi con un diametro maggiore di quello degli stampi che vuoi utilizzare (solo uno se scegli la versione ‘torta grande’) e 4 cerchi del diametro identico a quello degli stampini (uno anche in questo caso per la torta grande).
Fodera con i cerchi più grandi gli stampini, lasciando che la pasta in eccesso rimanga all’esterno.
Ricopri il fondo di ogni tortina con qualche cucchiaio di fragole (più abbondante è la dose di fragole, più è carino l’effetto ‘cupola’ della torta, ma non esagerare altrimenti il fondo di pasta frolla rimane troppo umido).
Copri le fragole con uno dei cerchi di pasta più piccoli e rovescia verso l’interno la pasta in eccesso del cerchio più grande, in modo da sigillare il bordo.
Fai sulla superficie della torta qualche taglio leggero e metti in forno per 25 minuti.
Se la superficie delle torte tende a scurirsi troppo, dopo i primi 15 minuti copri le tortine.
Una volta cotte, estrai le tortine dal forno e appena si sono un po’ raffreddate, toglile dagli stampi e mettile su una griglia di raffreddamento.
Sono buone sia tiepide che a temperatura ambiente.

 Con questa ricetta partecipo al contest I LOVE PIE di Una fetta di Paradiso



EASY: nella versione ‘torta grande’ può essere utilizzata come torta per una festa di bambini e resa più golosa da una pallina di gelato alla vaniglia appoggiata su ogni fetta.

 



CHIC: sul vassoio della colazione della domenica accompagnate da una coppetta di panna montata, da una tazza di tè verde alla menta e dalla propria rivista preferita, perché per una colazione così merita che ci si conceda un po’ di calma.