Da quando abitiamo a Torino fare
una gita oltre confine in Francia non è poi così difficile. In auto si fa prima
ad arrivare in Provenza o nel Luberon che a Roma. Così ogni tanto,
approfittando di un fine settimana lungo o di un ponte ci regaliamo un giro nella
campagna francese. Evitiamo con cura la Costa Azzurra e procediamo verso le
dolci colline francesi, punteggiate di piccoli mas in pietra con le persiane
color pastello e illuminate da un cielo di un azzurro speciale. Gli obbiettivi
di queste piccole gite sono sempre gli stessi: passeggiare nel verde respirando
aria pulita e profumata – Torino è davvero tanto inquinata alla fine
dell’inverno, scoprire qualche oggetto vecchio nei mercatini di bric à brac da
portare a casa come souvenir, fare tante foto e trovare un posto carino per la
cena. Di solito al pranzo non dedichiamo mai troppo tempo, spesso acquistiamo
una baguette croccante un sacchetto di olive e formaggio fresco da spalmare sul pane, cercando
di non fare troppi pasticci. Ma la cena fatta ‘come si
deve’ è parte integrante della vacanza.
Una delle cose che mi stupisce
sempre è quanta attenzione dedichino i francesi a fare in modo che mangiare sia
un vero piacere anche per gli occhi. Non sono un'appassionata di cucina francese, a
mio modestissimo parere il cibo italiano, quando è fatto bene è decisamente
migliore, ma in una cosa ritengo i francesi insuperabili: nel modo
assolutamente affascinante e curato con cui sanno sistemare la tavola e presentare
i loro piatti. Anche nel più piccolo locale sperduto nella campagna si trovano
tavole apparecchiate con grazia: magari senza tovaglia, con semplici stoviglie
di coccio, ma i bicchieri – ad esempio – non sono mai messi a caso, ma scelti
in un colore a contrasto con le stoviglie oppure ci sono fiori freschi in
tavola o rametti di erbe profumate legate da un filo di rafia e appoggiate con
disinvoltura sui tovaglioli, perfettamente piegati e appoggiati alla sinistra
del piatto. Il menu, se previsto è scarabocchiato con il gesso su una lavagna
appesa alle pareti, più spesso è recitato a memoria dal cameriere che viene a
prendere le ordinazioni. In genere solo pochi piatti, rigorosamente preparati
con prodotti del territorio: qualche antipasto, due o tre piatti principali a
base di carne o pollo e l’immancabile dessert. I piatti arrivano in tavola
sempre ben curati, mi colpisce ogni volta l’attenzione che i francesi dedicano
ai particolari, si ha l’impressione che anche nelle cucine di questi piccoli
locali a gestione familiare – paragonabili alle nostre trattorie di campagna –
ci siano chefs che hanno studiato a Parigi, invece che semplici cuoche di
campagna. Le verdure sempre tagliate in pezzi regolari e tutti uguali, se
ordinate una vellutata sarà guarnita con un ricciolo di crème fraiche
perfettamente riuscito…insomma sono proprio bravi. E danno il meglio nei
dessert, per i quali mi sembra perfetta la definizione presa a prestito dagli
inglesi di ‘decadent dessert’, in poche parole… irresistibili. La lingua
francese sembra fatta apposta per rendere goloso il nome dei dolci ‘molleux au
chocolat’ è molto più attraente di ‘morbido al cioccolato’, ‘tarte aux fraises’
suona più croccante e zuccherino di crostata alla fragole e così via. Qualunque
cosa ordiniate vi arriverà un piccolo gioiello, da fotografare prima di
mangiarlo. Uno dei miei dessert preferiti è questa tarte au citron, in genere
la pasta è una brisée leggerissima che scrocchia quando si rompe con il
cucchiaino, la crema ha il gusto pungente del limone vero, non dell’essenza di
limone e il ciuffo di meringa è talmente perfetto che è quasi un peccato
romperlo.
La mia versione di questa torta è
fatta con una frolla sottile perché non ho una buona ricetta per fare la pasta
brisée, mi viene sempre insipida. Per la crema preferisco usare succo di limone,
invece dell’essenza che – mi sembra - dà alla crema un aroma eccessivo e un po’
artificiale, ma qui dipende dai gusti.
Questa tarte è dedicata alla mia
amica, quella che abbiamo soprannominato ‘la Principessa’: venerdì 31 era il
suo compleanno.
TARTE AU CITRON MERINGUE
Ingredienti per 4 crostatine
(diametro degli stampi 8 cm circa):
Per la base di pasta frolla:
90 gr di farina 00
40 gr di burro freddo
40 gr di zucchero a velo non
vanigliato
1 tuorlo d’uovo
1 pizzico di zenzero in polvere
(pochissimo, la punta di un cucchiaino)
Per la crema al limone:
300 ml di latte intero
2 tuorli d'uovo
100 gr di zucchero semolato fine
tipo Zefiro
30 gr di farina ‘00’
1 limone bio (succo e buccia)
Per la meringa:
1 albume
lo stesso peso dell’albume (20 gr
circa) di zucchero a velo
lo stesso peso dell’albume (20 gr
circa) di zucchero semolato fine, tipo Zefiro
Prepara per prima la pasta.
In una ciotola mescola con un
cucchiaio di legno lo zucchero a velo e il burro a pezzetti.
Appena il composto è amalgamato,
aggiungi il tuorlo e per ultima la farina setacciata e impasta fino a quando
tutti gli ingredienti sono ben amalgamati, ma senza scaldare troppo la pasta
con le mani.
Togli l’impasto dalla ciotola,
forma una palla, avvolgila nella pellicola e lascia riposare in frigorifero per
due ore.
Mentre la pasta riposa prepara la
crema.
Metti a scaldare il latte in una
casseruola con la scorza del limone, lavata e asciugata e tagliata grossolanamente
facendo attenzione non asportare la parte bianca.
Togli dal fuoco prima che inizi a
bollire e lascia intiepidire il latte.
Utilizzando una forchetta, sbatti
i tuorli con lo zucchero.
Quando il composto è spumoso,
unisci la farina setacciata. Amalgama con una frusta. Filtra il latte per
eliminare la buccia di limone e aggiungilo a filo al composto di uova, facendo
attenzione e non formare grumi.
Versa di nuovo tutto nella
pentola e metti sul fuoco a fiamma dolce continuando a mescolare con la frusta,
fino a quando la crema comincia ad addensarsi (non deve essere troppo
compatta).
Fuori dal fuoco aggiungi 5 o 6
cucchiai di succo di limone (assaggia e regola secondo il tuo gusto), lascia
intiepidire la crema e copri con pellicola a contatto, fino al momento di
utilizzarla. Appena fredda puoi metterla a riposare in frigorifero.
Prepara la meringa.
Mescola i due tipi di zucchero,
in modo da ottenere un unico mix.
In una ciotola metti
l’albume e inizia a sbattere con l’aiuto
delle fruste elettriche o di una planetaria. Appena l’albume inizia a diventare
un po’ spumoso aggiungi il composto di zuccheri in tre fasi successive (un
terzo alla volta) senza mai smettere di sbattere e utilizzando le fruste o il
mix a velocità elevata.
L’obbiettivo è quello di ottenere
una meringa soda e compatta, la prova ‘classica’ è verificare che la meringa
rimanga attaccata alla ciotola quando questa viene inclinata… o addirittura
capovolta!
Quando la meringa è pronta,
trasferiscila in un sac à poche e mettila in frigo fino al momento di
utilizzarla.
Trascorso il tempo di riposo
della pasta, accendi il forno a 160 gradi.
Stendi la pasta tra due fogli di
carta da forno e rivesti 4 stampini monoporzione (i miei hanno diametro cm 8).
Bucherella il fondo di pasta con
una forchetta e fai cuocere in forno i gusci di pasta per 20 minuti, sfornali e
lasciali raffreddare (non toglierli subito dagli stampini perché rischiano di
rompersi).
Poco prima di servire, accendi il
grill del forno a 200 gradi.
Riempi i gusci di pasta ormai
freddi con una dose generosa di crema al limone, completa ogni crostatina con
un ciuffo di meringa e passalo sotto il grill per 10 minuti o fino a quando la
meringa comincia a prendere un bel colore dorato.
In alternativa all’uso del grill,
puoi brunire la meringa con una torcia da pasticcere, quelle che si usano per
caramellare lo zucchero.
Servi tiepide o a temperatura
ambiente.
EASY: mi piacciono molto servite come dessert per il pranzo di Pasqua, accompagnate da un bel pezzo di cioccolato fondente che proviene dalla apertura dell’uovo di Pasqua.
CHIC: uno dei miei pasticceri
torinesi preferiti le fa piccole come friandises, sono un’idea carina per il tè
del pomeriggio di pasquetta, se piove e si è costretti a stare in casa (e per
qualsiasi altro pomeriggio di tè in primavera).
E' una gran fortuna fare un salto nella Francia provenzale in poco tempo, la loro pasticceria è un ottimo spunto per ispirare in cucina. Queste tarte sono davvero incantevoli e chissà che bontà. Complimenti. Ti auguro un buon inizio settimana
RispondiEliminaCiao Serena, grazie di essere passata. Io sono molto golosa e i dolci mi piacciono tutti, purtroppo non riesco a replicare le cose bellissime che vedo in giro, ma pazienza!! A presto.
Eliminabellissime e golose! Ma sai che non sono mai stata in Provenza? tante volte a Parigi, ma mai in campagna, mi hai fatto venire una gran voglia !
RispondiEliminabaci
Alice
Ciao Alice, per noi qui da Torino, la Provenza è piuttosto vicina. A volte facciamo prima ad andare oltre confine che ad arrivare a Roma, dove mio marito ha tanti amici, essendo cresciuto lì, ma da qua sembra tanto lontana! Baci e grazie di essere passata.
EliminaAntonella che bello poter "scappare" in Provenza, lo sogno da così tanto tempo che prima o poi diverrà realtà lo sento! La tua descrizione del paesaggio e della cucina mi ha incuriosito e affascinato, mi piace pure pensare di mangiare su una panchina con una baghette con formaggio e olive, tutto è così bello e romantico..... Devo farti i complimenti per le foto e per la mise en plase, questi piatti sono meravigliosi ed eleganti e queste tarte perfette per un tè elegante con le amiche del cuore! Ti abbraccio mia cara :-)
RispondiEliminaCiao cara Ely, devo ammettere che dati i miei gusti, spesso preferisco pane e formaggio su una panchina, specialmente in vacanza, che una cena al ristorante, anche se l'atmosfera di alcune piccole 'trattorie' di campagna è decisamente suggestiva. un abbraccio grande e grazie di essere passata!
EliminaStupende, un picolo capolavoro, adoro la versione chic, tè limone e coccole casalinghe, una favola :-)
RispondiEliminaUna abbraccio, a presto ...
Ciao Anisja, le faccio qualche volta proprio piccole per il tè ed è molto divertente. Un abbraccio e grazie del tuo commento!
Elimina... e la tua amica Principessa sarà stata godutissima di questa preparazione in perfetto stile francese, fatta in suo onore. Anch'io abito a pochi passi dal confine e nutro per la Francia (nel mio caso sono più "provenzale") una passione particolare. Sarà il fascino della ligua, sarà che i francesi sono maestri in molte cose (per la cucina però ti do ragione: anche secondo me in Italia abbiamo fior di piatti), ma un fine settimana oltre confine per me è decisamente riposante e gioioso. Ti abbraccio...
RispondiEliminaCiao Fausta, grazie di essere passata. Anche a ma la Francia piace moltissimo, sarà l'atmosfera, sarà la lingua così musicale come dici tu.. qualunque sia la ragione una gita oltre confine è sempre una grande piacere e una piccola scoperta. Baci e a presto.
EliminaSono favolose, uno dei dolci che apprezzo di più
RispondiEliminaCiao Gunther anche a me queste tortine piacciono molto, mi piace il contrasto tra il gusto acidulo della crema e la meringa così dolce.. non so. Grazie del tuo commento e a presto!
EliminaChe gioia poter godere dei momenti di relax! E' bello leggerti, attenta e descrittiva, con tanta ammirazione per tutto ciò che ti circonda, trasmetti sempre molto entusiasmo. :)
RispondiEliminaI tuoi dolci mignon sono incantevoli, deliziose golosità!
Un abbraccio, a presto!
Ciao Seddy, grazie sei molto gentile. Un abbraccio grande e a presto!
EliminaL'ho sempre mangiata in formato standard, ma formato monodose è ancora più invogliante!!!!
RispondiEliminaBuona giornata
Ciao Mila, monodose ti sembra.. di mangiarne di meno, io sono molto golosa e trovo la scusa dei formati mignon per concedermi il più spesso possibile un piccolo dolce. Grazie del tuo commento e a presto!
Eliminaciao, è stato un piacere leggere. Sembrava di essere in un piccolo mas dalle persiane azzurre mangiando cibo delizioso, come deliziose devono essere queste tue tortine. Deliziose al gusto e belle alla vista. Anch'io faccio pochissimo uso di "fialette' preferisco il prodotto fresco; unica eccezione l'estratto di vanigli che provai a fare una volta ma fu lunghissimo da avere e parecchio costoso....
RispondiEliminaProverò la tua ricetta non per Pasqua xchè faccio delle pavlove alle fragole ma per la prossima cena magari è un'idea.
Ti auguro una dolce Pasqua.
Gisella
Ciao Gisella, che buona la pavlova. Alle fragole sarà deliziosa e perfetta per il pranzo di Pasqua. Tanti cari auguri anche a te e a presto!
EliminaAuguro a te e ai tuoi cari una Pasqua piena di gioia e serenità!
RispondiEliminaun abbraccio
Alice
UN passaggio per farti gli auguri di Buona Pasqua
RispondiEliminaTortine molto invitanti ed esteticamente perfette, unite ad un articolo divertente. Non manca proprio nulla, a parte gli auguri alla tua amica "Principessa".
RispondiEliminaRoger