Ci sono vacanze che restano nel
cuore… anche se qualcosa è andato storto, riescono a rimanere nei ricordi come
momenti di particolare magia. Qualche anno fa a fine agosto abbiamo deciso di
trascorrere l’ultimo scampolo di ferie – meno di una settimana – in montagna.
Certo la scelta di andare in montagna a fine agosto è un po’ a rischio pioggia
e freddo, ma siamo partiti ugualmente. Avevamo scelto un albergo
particolarmente confortevole, ai margini di un bellissimo bosco e piuttosto
distante dai centri abitati. Per gustare silenzio e pace prima di ricominciare
con la solita vita di treno-ufficio-riunioni-treno. Avevamo scelto l’albergo su
internet e per quanto lo avessimo immaginato grazioso, non ci aspettavamo che
lo fosse così tanto: curatissimo, con la facciata bianca illuminata da decine
di vasi di fiori viola e rossi, il tetto di legno spiovente, la camere spaziose
e accoglienti e una colazione perfetta al mattino. Tutto intorno un prato verde
brillante disseminato di panchine e tavoli di pietra sui quali la sera
brillavano minuscole candele. Tutto quel verde a fine agosto .. ci doveva un
po’ insospettire. Di fatto è piovuto tutti i giorni. Partivamo la mattina per
la nostra passeggiata sotto un cielo grigio ferro e dopo due ore indossavamo di
corsa le giacche da pioggia. Rientravamo in albergo nel primo pomeriggio
infreddoliti, fradici e con gli scarponi incrostati di fango. Certo avremmo
potuto rinunciare del tutto a passeggiare e trascorrere le giornate a leggere
di fronte al camino, già acceso a fine agosto. Ma poichè siamo molto testardi,
avevamo deciso che quella doveva essere una vacanza di trekking e così è stata.
Abbiamo dovuto rinunciare a fare i sentieri che ci eravamo programmati e
scegliere passeggiate meno impegnative, abbiamo preso tanto freddo e scattato
foto orribili con una luce grigiastra che avvolgeva tutto. Eppure la ricordiamo
come una vacanza speciale. Ogni pomeriggio alle 5 la signora che gestiva
l’albergo serviva tè e cioccolata calda in un minuscolo salotto riscaldato da
un grande camino, insieme al tè fette di torta fatte in casa – ottima una torta
di mele di cui non ho mai scoperto la ricetta -, pasticcini mignon e biscotti.
E visto che io sono una che ama le attese..
accettavo anche di passeggiare sotto l’acqua sapendo che al ritorno mi
aspettava una merenda così piacevole e golosa. Dopo cena in questo stesso
salottino era possibile trascorrere la serata a leggere ascoltando musica.
Nelle poche ore senza pioggia potevamo prendere in affitto una bicicletta e
arrivare al paese più vicino per curiosare nelle viette lastricate di pietra.
La sera la cena era sempre ottima, servita puntualmente alle 19,30 (non più
tardi) su tavole apparecchiate con tovaglie bianche, stoviglie beige e sempre
un piccolo mazzo di fiori al centro. Ammetto di essere una appassionata di
‘apparecchiature curate’ e una tavola apparecchiata con gusto mi affascina
sempre e mi fa sembrare quello che mangio ..ancora più buono – una piccola
fissazione un po’ folle, lo so. Tra i miei primi piatti preferiti c’era una minestra
di orzo, rape e radicchio. Non ho avuto il coraggio di chiederne la ricetta
alla signora ed ho cercato di rifarla simile, forse quella originale ha nel
soffritto iniziale anche un po’ di lardo o speck, perché il gusto finale è più
corposo e intenso, io mi sono limitata ad una versione più leggera da fare ogni
volta che si vuole. Anche adesso servita magari tiepida, nelle ultime serate un
po’ fredde prima che la primavera arrivi del tutto.
MINESTRA DI ORZO RAPE E RADICCHIO
Ingredienti per 4 persone:
160 gr di orzo perlato
1 grossa rapa
1 cespo di radicchio rosso di
Chioggia
1 carota
2 coste di sedano
1 piccola cipolla di tropea
1 litro di brodo vegetale
5 cucchiai di olio extra vergine
di oliva e se piace un po’ da aggiungere a crudo prima di servire
Parmigiano grattato per servire
Metti l’orzo a bagno in una
zuppiera e sciacqualo fino ad ottenere un’acqua limpida.
Sbuccia la carota e la cipolla e
pulisci le coste di sedano togliendo i filamenti.
Lava queste verdure, affetta la
cipolla sottile e trita sedano e carota in cubetti, a me piace farli non
piccolissimi in modo da vederli e sentirli una volta cotti.
Metti in una pentola capiente
(quella in cui cuocerai la minestra) le verdure del soffritto, 5 cucchiai di
olio extravergine di oliva e fai insaporire a fiamma bassissima.
Nel frattempo sbuccia la rapa,
lavala e tagliata a cubetti di circa 1 cm di lato.
Aggiungi i cubetti di rapa al
soffritto, lascia insaporire qualche minuto e copri con il brodo bollente.
Appena la minestra comincia a
bollire aggiungi l’orzo scolato dall’acqua, copri con un coperchio e lascia
cuocere a forma bassa per 35 minuti.
Mentre la minestra cuoce, lava il
radicchio, elimina le coste più dure e tampona le foglie con carta da cucina
per eliminare l’umidità. Taglialo in striscette sottili.
Trascorso il tempo di cottura
della minestra, aggiungi nella pentola il radicchio, mescola bene e lascia
cuocere ancora 7/8 minuti, in modo che il radicchio si ammorbidisca un po’, ma
senza cuocere davvero.
Aggiusta di sale se necessario,
togli dal fuoco e servi con abbondante parmigiano e, se piace un filo di olio a
crudo.
EASY: per un gusto più deciso:
metti in una padella antiaderente qualche fetta di speck tagliata a dadini, fai
abbrustolire fino a che diventa croccante e servi la minestra cosparsa questi
dadini croccanti al posto del parmigiano.
CHIC: è una minestra un po’
rustica, per presentarla in modo più particolare puoi aggiungere sul piatto a
fine cottura un ciuffo di radicchio tradivo cotto alla piastra e condito con un
filo di olio sale e (se piace) pepe. Da accompagnare rigorosamente con un
bicchiere di ottimo vino rosso e un dessert di mele e meringa. Per una cena a
due, semplice ma che ricordi una vacanza speciale.
adoro questo genere di zuppe...e che bello il tuo ricordo, ho letto con piacere! Un abbraccio cara e buona giornata
RispondiEliminaCiao cara Simo, grazie di essere passata. Qui è tornato l'inverno, pensavo di essere quasi fuori tempo massimo per questa zuppa e invece eccoci di nuovo al freddo. Baci!
RispondiEliminaLe stagioni sono ormai ballerine non v'è certezza di quale sarà il tempo, questa zuppa è ancora piacevole da mangiare in questi giorni. Interessante l'abbinamento degli ingedienti il sapore deve essere delizioso. Un abbraccio
RispondiEliminaChe vacanza speciale e sono d'accordo sul piacere dell'attesa.... Adoro le minestre con l'orzo ma con il radicchio e rape non l'ho mai fatta e deve essere molto particolare, io da golosa aggiungerei sempre un soffritto con lo speck, un abbraccio grande e buon fine settimana!
RispondiEliminaLa pioggia la odio, soprattutto in vacanza...fortuna che c'erano tanti dolcetti ad aspettarti! Ottima questa minestra, assolutamente da provare!
RispondiEliminabaci
Alice
ma che bellissimo ricordo! E' vero che quando siamo in vacanza vorremmo che il sole ci accompagnasse, ma poi più il tempo passa, più riusciamo a scovare in una vacanza che lì per lì forse qualche disappunto ce l'ha procurato, i piccoli gesti, i dettagli curati che trasformavano i giorni piovosi in "avventure" tutte da gustare. Gustare, nel vero senso della parola! Già m'immagino quelle merende piene di robine deliziose. Che dire? Adoro le minestre e me le godo in tutte le stagioni, basta semplicemente "dosare" la temperatura della pietanza e poi ho giusto una confezione di orzo da aprire ;) Un abbraccio
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