giovedì 28 febbraio 2013

Minestra di orzo e zucca gialla

Qualche giorno fa parlavo con una mia amica appena rientrata da un fine settimana lungo trascorso a sciare sulle Dolomiti. Poiché tra di noi, gira e gira, il discorso cade sempre sulla cucina, ci siamo messe a parlare delle cose specialissime che ha mangiato da quelle parti. Mi ha detto che una delle cose più buone della vacanze è stata una zuppa di orzo mangiata bella calda in un piccolo rifugio incontrato su una delle piste da sci. Mi ha raccontato che la giornata era gelida, nevicava senza smettere un attimo e fermarsi a pranzo per una zuppa bollente è stata l’idea migliore della giornata. Il suo racconto mi ha dato l’ispirazione giusta! L’orzo (come il farro e altri cereali di questo genere) mi piace molto, ma di solito lo utilizzo in estate per insalate fredde tipo insalata di riso, e solo raramente l’ho utilizzato per una zuppa invernale. Nel fine settimana a Torino è nevicato così tanto ed è stato così freddo  - almeno per una come me.. nata molto sotto il Po, come mi dicono per scherzo le mie amiche e  non abituata fin da piccola ad inverni così gelidi – che sabato sera rientrati da fuori ho deciso che la cosa migliore per combattere il freddo e concedersi un vero comfort food da fine settimana invernale era preparare una zuppa di orzo. Avevo della zucca gialla e l’ho utilizzata per questa semplice minestra, che ho cotto nella pentola a pressione perché era un po’ tardi quando ho deciso di farla, ma è ancora più buona fatta cuocere lentamente dopo aver tenuto a bagno per qualche ora l’orzo (io non avendo tempo l’ho utilizzato solo dopo un breve passaggio in acqua di 15 minuti).


MINESTRA DI ORZO E ZUCCA GIALLA



Ingredienti per 4 persone:


200 gr di orzo perlato  
800 gr di zucca gialla (peso della zucca già privata della buccia e dei semi)
4  piccole carote
2 coste di sedano
1 cipolla rossa
Olio extravergine di oliva
1 litro di brodo vegetale
Sale e pepe (se lo utilizzi) oppure noce moscata
Un pezzetto di crosta di Parmigiano Reggiano

Metti a bagno l’orzo perlato in acqua fredda per 15 minuti se utilizzi la pentola a pressione, altrimenti lascialo a bagno due ore circa se scegli la cottura tradizionale.
Taglia le carote e il sedano a piccoli cubetti, la cipolla in fettine molto sottili.
Taglia anche la zucca a cubetti non troppo piccoli, diciamo 2 cm di lato.
Gratta la crosta di formaggio, in modo da togliere la parte più superficiale e passala rapidamente sotto l’acqua.
Metti il trito di sedano e carote nella pentola in cui vorrai cuocere la minestra con 6 cucchiai di olio extra vergine di oliva e fai insaporire a fuoco basso.
Quando le verdure iniziano ad ammorbidirsi aggiungi anche la cipolla ed eventualmente, se il trito si asciuga troppo, qualche cucchiaio di acqua.
Quando anche la cipolla è diventata trasparente, aggiungi i cubetti di zucca e un pizzico sale (il mio brodo è poco salato, aggiungi sale in questa fase solo se il brodo che usi non è molto saporito).
Lascia insaporire la zucca per qualche minuto, poi aggiungi l’orzo scolato dell’acqua dell’ammollo e lavato sotto acqua corrente.
Mescola rapidamente con un mestolo di legno, aggiungi la crosta di formaggio e il brodo vegetale.
Chiudi la pentola a pressione e lascia cuocere dal sibilo 20 minuti a fiamma bassa.
Se invece scegli la cottura tradizionale, copri con il brodo e lascia cuocere coperto a fiamma bassa per 45/50 minuti.
Prima di servire nei piatti elimina la crosta di parmigiano.
Servi ben calda con pochissimo pepe macinato al momento, se lo usi (io non l’ho messo, ho preferito un pizzico di noce moscata).

Foto ancora mie.

Con questa ricetta partecipo al contest di Fragole e Panna DI CUCINA IN CUCINA




EASY: cena .. comfort food: minestra di zucca e orzo, insalata tiepida di barbabietole, noci e dadi di formaggio, mele al forno.


 
CHIC: servila a pranzo la domenica in piccole porzioni in mini-zuppiere individuali con un cubetto di gorgonzola.

giovedì 21 febbraio 2013

Pappa con il pomodoro

La pappa con il pomodoro è un piatto tipico toscano, come dice mio papà è ‘sano mangiare contadino toscano’. Credo che ogni famiglia abbia un suo modo di prepararla, non parlerei di ricetta visto che è semplicissima, pochi ingredienti e una preparazione davvero banale. Però c’è chi la preferisce molto asciutta (come quella che presento qui, perché a noi piace così) chi invece la mangia in versione ‘brodosa’, chi la vuole poco ‘pomodorosa’ e chi la gradisce invece molto rossa. Può sembrare strano che un piatto con quattro ingredienti o poco più (inclusi sale e olio!) si presti a tante varianti.. ma è così! Due sole cose sono indispensabili per ottenere una buona pappa: il pane toscano ‘sciocco’ (ovvero senza sale) e una buona passata di pomodoro, possibilmente fatta in casa. Nella mia famiglia la pappa con il pomodoro si è sempre fatta, ma io fino a qualche anno fa non la mangiavo, anzi mi faceva anche un po’ .. impressione l’idea di questo pane secco lasciato cuocere nel pomodoro. Poi un giorno io e mio marito eravamo in ‘gita’ a Firenze e siamo capitati a pranzo in un posto delizioso, la tipica osteria toscana ma molto ben curata, nella zona che a Firenze chiamano ‘di là d’Arno’ ovvero oltrepassato Ponte Vecchio, lasciando alle spalle il centro della città con palazzo della Signoria e il Duomo. Un posto davvero carino con tavoli di legno quadrati, sedie impagliate e piccole panche. Apparecchiatura senza tovaglia, con i piatti appoggiati direttamente su minuscole tovagliette ‘americane’ di lino grezzo, il cestino di vimini con il pane e bicchieri di vetro ampi e lisci. Accanto a noi era seduta una coppia di turisti che mangiava con grandissimo gusto proprio la pappa con il pomodoro servita come antipasto in piccoli recipienti di coccio e accompagnata da un’ampolla con olio piccante per chi voleva un po’ di condimento extra. Non abbiamo resistito alla curiosità! Sarà stato il fascino del posto, o forse che i due tipi la mangiavano con tale.. passione da far pensare che fosse la cosa più buona del mondo. E così l’abbiamo ordinata anche noi, davvero ottima e molto originale l’idea di servirla così come antipasto invece che come primo piatto. Idea che ho copiato subito e la ripropongo spesso in questa stagione nelle cene con gli amici, alcuni dei quali inizialmente manifestano la stessa diffidenza che avevo io, ma poi .. il gusto delicato e il profumo di questa semplice zuppa li convince a cambiare idea. Provare per credere!  
Anche questa volta foto mie. Spero che presto mio marito riprenda la sua attività di 'fotografo del blog'!!

PAPPA CON IL POMODORO




Ingredienti per 4 persone (dosi per un primo piatto, per 4 antipasti ridurre della metà):

160 gr di pane toscano non salato
2 spicchi di aglio
Olio extra vergine di oliva
Sale
Peperoncino (se piace)

Qualche giorno prima (cinque o sei giorni prima) affetta il pane fresco in fettine molto molto sottili e lascialo seccare in un sacchetto di carta. Taglialo quando è ancora fresco, altrimenti poi risulterà impossibile fare fettine sottili.
Trascorsi i giorni per far indurire il pane puoi preparare la pappa.
Metti in una casseruola bassa e larga i due spicchi di aglio, un pizzico di peperoncino, se lo usi e alcuni cucchiai di olio extra vergine di oliva.
Lascia rosolare l’aglio che deve insaporire l’olio ma non deve bruciare.
Dopo qualche minuto aggiungi fuori dal fuoco, facendo attenzione agli schizzi, la passata di pomodoro e aggiusta di sale (la mia passata non lo contiene, lo devo aggiungere adesso).
Rimetti sul fuoco e lascia sobbollire coperto qualche minuto, in modo che la passata si restringa un po’.
Qui dipende un po’ dal gusto, se preferisci una pappa molto asciutta lascia restringere la passata, se preferisci che rimanga molto morbida, tieni la salsa più liquida.
Aggiungi il pane affettato, gira con un mestolo di legno in modo che il pane assorba bene la passata e lascia insaporire ancora coperto per pochi minuti.
E’ più buona servita bella calda.



EASY: come primo piatto per cena, servita molto calda e condita con un filo di olio extravergine di oliva.


  
CHIC: idea copiata dall’osteria di Firenze: come antipasto in piccole ciotole individuali di coccio o porcellana bianca. Se non aggiungi il peperoncino, metti in tavola anche dell'olio extra vergine di oliva piccante per chi preferisce un sapore più deciso. L’importante è che sia ben calda.

venerdì 15 febbraio 2013

Mini tortine di mele e cioccolato

Da sempre la torta di mele è uno dei miei dolci preferiti. E’ uno dei primi dolci che ricordo di aver mangiato con gusto ed ero piccolissima, penso intorno ai cinque anni. Non ero golosa da bambina, anzi non mangiavo quasi niente e riuscire a farmi mandare giù qualcosa di zuccheroso era quasi un miracolo. Ma mia mamma fa una torta di mele .. superlativa! Anzi, visto che lei legge sempre il mio blog (come tutte le mamme adora tutto quello che facciamo io e mia sorella..anche quando non ce lo meritiamo per niente!) approfitto : ’mamma me la fai la prossima volta che vengo’? Saranno anni che non mangio la ‘torta di mele di mamma’. Eppure è uno dei miei primi ricordi in cucina. Mia mamma la preparava spesso, in una teglia rettangolare, mi ricordo le fette di mela che affondavano nell’impasto e il profumo meravigliso che c’era in cucina quando cuoceva. Non ho molti ricordi di quando ero piccolina, ma la teglia rettangolare con la torta di mele appoggiata sul tavolo di cucina (avevamo una parete giallissima e un tavolo color legno) è ben stampata nella mia memoria. Si vede che già allora pur rifiutandomi di mangiare quasi tutto.. ero affascinata da teglie luccicanti e  impasti vellutati!
Le tortine di oggi non hanno niente a che vedere con la torta morbida e burrosa che fa mia mamma. Tra le decine di ricette di torta di mele che ho sperimentato (mi piacciono tutte: con le mandorle, con la cannella, mele e pere, con le noci e allo yogurt..) quelle di oggi sono .. tortine da Quaresima (se si perdona il cioccolato che volendo si può eliminare): leggere, monoporzioni, da servire a colazione la domenica o ai bambini per merenda.

P.S. Foto mie purtroppo.

MINI TORTINE DI MELE E CIOCCOLATO




Ingredienti per 6 tortine (ho utilizzato stampini da crostata del diametro di 7 cm):

1 mela renetta (peso  della frutta già sbucciata e privata del torsolo150 gr)
1 cucchiaio da tavola di zucchero di canna
1 uovo
80 gr di zucchero semolato
80 gr di farina
80 gr di latte
2 gocce di estratto di vaniglia
6 gr di lievito per dolci
15 gr di olio di semi (ho utilizzato un olio di girasole bio)
35 gr di cioccolato fondente al 60%
burro e farina per gli stampini


Imburra e infarina gli stampini da crostata.
Accendi il forno a 180 gradi.
Metti in una ciotola l’uovo intero e lo zucchero semolato e con un frullino montali fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
Setaccia sul composto di uova e zucchero la farina con il lievito e amalgama lentamente con una spatola, in modo da non smontare il composto (si ottiene un impasto piuttosto solido).
In una caraffa mescola il latte, l’olio e l’estratto di vaniglia e versandolo a filo, incorpora lentamente questo composto a quello con la farina.
Amalgama fino ad ottenere un composto liscio.
Aggiungi il cioccolato ridotto in scaglie.
Taglia la mela in 4 spicchi ed ogni spicchio in fettine molto sottili. Cospargi le fette di mela con lo zucchero di canna.
Metti sul fondo di ogni stampino alcune fettine di mela, in modo da ricoprirlo interamente, poi versa sulle mele qualche cucchiaio di impasto. Non deve arrivare al bordo dello stampino perché in cottura si gonfia un po’.
Cuoci le tortine  in forno già caldo per 20 minuti coprendole con un foglio di alluminio.
Togli l’allumino e lasci cuocere ancora 10 minuti fino a quando le tortine saranno dorate.
Sono migliori mangiate tiepide.
Si possono servire spolverate di zucchero a velo.


EASY: pausa pranzo in ufficio il venerdì per concludere.. ‘in dolcezza’ la settimana: una mini tortina (anche senza cioccolata!) accompagnata da un vasetto di yogurt bianco intero.





CHIC: sul vassoio della colazione la domenica mattina, servita in un piattino con un cucchiaio di panna montata, cosparsa di zucchero a velo e cannella e accompagnata da una tazza di cioccolata calda.

lunedì 11 febbraio 2013

Pasta al gratin con mozzarella

Oggi un post brevissimo anche perché la ricetta è talmente semplice che non merita molte parole. Sicuramente non c’era bisogno di un’altra ricetta di pasta al gratin: in rete e sulle riviste ce ne sono talmente tante, che questa, tra l’altro semplicissima, è quasi inutile. E’ solo un pretesto per parlare dei piatti ‘aiuta cuoca’, quelli che possono essere preparati in due tempi e che sono molto utili da tirare fuori, quando si è un po’ .. all’arrembaggio. Perché a me capita.. a volte anche troppo spesso! Con i piatti ‘aiuta-cuoca’ si prepara tutto ciò che serve con un po’ di anticipo e si finisce di cuocere all’ultimo momento, spesso con l’aiuto del forno - o almeno molti dei miei piatti aiuta-cuoca richiedono di completare la cottura in forno. In genere preferisco cucinare al momento, ma ci sono situazioni in cui tornare a casa e sapere di avere qualcosa di quasi pronto è davvero molto utile. Soprattutto nel fine settimana: sembra paradossale ma a volte la domenica è il giorno in cui riesco a dedicare meno tempo alla cucina, magari torniamo a casa all’ultimo momento affamati e se c’è in frigorifero una teglia di pasta che richiede solo di essere passata in forno.. sono molto più contenta.
Per questa pasta si può preparare tutto in anticipo: la salsa, si cuociono le penne al dente, si mette tutto in teglia (aggiungendo se piacciono olive bianche e nere, io non le ho messe) e si lascia in frigorifero. La mozzarella si aggiunge subito prima di mettere la pasta in forno, proprio dieci minuti, mentre si apparecchia la tavola.

PASTA AL GRATIN CON LA MOZZARELLA




Ingredienti per 4 persone:

320 gr di pasta di semola di grano duro tipo penne
500 ml di passata di pomodoro
1 carota
1 costa di sedano
1 piccola cipolla rossa di Tropea
1 fiordilatte (circa 250 grammi)
200 gr di olive bianche e nere (facoltative)
Olio extravergine di oliva
Sale
Peperoncino (se piace)



Prepara per prima la salsa.
Taglia la carota e il sedano a piccoli cubetti (si devono vedere nella salsa) e affetta la cipolla sottile.
In una larga padella fai insaporire la carota e il sedano con qualche cucchiaio di olio extra vergine di oliva. Quando sono ben insaporiti, aggiungi le fettine di cipolla e continua a far cuocere lentamente fino a quando la cipolla diventa morbida e trasparente.
A questo punto aggiungi la passata di pomodoro, un pizzico di peperoncino (se lo usi) e aggiusta di sale.
Lascia sobbollire a fiamma bassissima coperto per 20 minuti. La salsa non deve restringere troppo, altrimenti le penne risulteranno troppo asciutte.
Mentre la salsa cuoce, fai cuocere anche le penne in acqua bollente salata e metti il fiordilatte in un colapasta in modo che perda un po’ del suo siero.
Se decidi di utilizzarle, snocciola la olive e tagliale in 4 se sono molto grandi, solo in 2 se sono più piccole.
Scola le penne quando sono molto al dente.
Quando salsa e penne sono pronte, condisci le penne con la salsa di pomodoro e le olive (se le usi), aggiusta di sale.
Disponi le penne in una pirofila leggermente unta di olio che possa andare in forno.
Accendi il forno con funzione grill a 200 gradi.
Taglia a cubetti il fiordilatte e metti i cubetti di formaggio sulla pasta.
Condisci con un filo di olio extra vergine di oliva e metti a gratinare in forno caldo per 10 minuti (o fino a quando il fiordilatte risulterà sciolto, non deve bruciare).
Se prepari la pasta in due tempi, lasciandola un po’ in frigorifero, metti il fiordilatte solo prima di infornare e in questo caso, passa prima la pasta in forno (non funzione grill) a 180 gradi per 10 minuti. Poi accendi il grill, porta il forno a 200 gradi e lascia gratinare ancora 5 minuti.



EASY: In porzioni abbondanti come piatto unico per un pranzo veloce: puoi completare con insalata mista  e frutta cotta (in questa stagione) o fresca in estate.  

  

CHIC: al posto della più tradizionale pasta al forno per il pranzo della domenica in famiglia, servita in pirofile monoporzione.

mercoledì 6 febbraio 2013

Pere pochées allo sciroppo

La ricetta che presento oggi è un ricordo di una piccola vacanza in Provenza. Torino (la città dove abito) è vicina alla Francia, per una mini gita in Provenza basta un fine settimana. Adoro la Francia e la Provenza in particolare. Non tanto la Costa Azzurra, troppo affollata per i miei gusti, quanto l’entroterra, la campagna con le distese di lavanda, le piccole chiese romaniche quasi sconosciute ma tutte bellissime, le case in pietra grigia con le persiane dipinte di lilla o di azzurro vivace. Non so cosa mi attira di più di questa regione: il paesaggio, i colori intensi, l’atmosfera che si respira nei piccoli paesi, i fantastici mercatini ‘di specialità’ che si trovano ovunque: spezie di ogni tipo, sale di Camargue, olive verdi e nere e formaggi in quantità. Tutto così ben disposto e così invitante.. che è impossibile tornare a casa senza comprare niente, magari anche solo qualche etto di olive e un mazzo di fiori di campo (se ne trovano di semplici e bellissimi, appena avvolti in un foglio di carta). E poi mi affascina il modo in cui i francesi sanno .. mangiare in compagnia. Ogni giardino di ogni casa grande o minuscola che sia sembra avere uno spazio per mangiare insieme all’aperto: un massiccio tavolo di pietra sotto un pergolato o semplici tavolini pieghevoli appoggiati sull’erba, qualcosa c’è sempre.
C’è solo una cosa che proprio non mi piace: il mistral, quel vento terribile e inquietante che a volte tormenta questa regione per intere giornate. L’anno scorso abbiamo avuto la nostra giornata di mistral. Insopportabile, un vento talmente forte da risultare quasi pauroso. E poi freddo e pungente. Dopo un’intera giornata trascorsa a combattere con le improvvise folate di mistral il mio unico desiderio era andare al riparo e mangiare qualcosa di caldo. E’ in questa occasione che ho assaggiato queste pere deliziose: quelle che mi hanno servito erano tiepide, accompagnate da una salsa al cioccolato vellutata e caldissima e da un leggero sciroppo che sapeva di anice e di altre spezie. Non sono riuscita a riprodurre esattamente quel gusto, ma questa versione si avvicina abbastanza al sapore che ricordo.


PERE POCHEES ALLO SCIROPPO




Ingredienti per 4 persone:


4 pere martine
400 ml di acqua (circa)
60 gr di zucchero di canna
1 stecca di cannella
1 bacca di anice stellato
30 ml di succo di limone (circa 3 cucchiai)

Per servire (facoltativo):
50 gr di cioccolato fondente al 70%
3 cucchiai di panna fresca
mandorle a piacere

Lava e sbuccia le pere lasciandole intere e cercando di lasciare attaccato il picciolo ad ognuna di esse.
Metti in una casseruola l’acqua, lo zucchero, la cannella e l’anice stellato.
Metti sul fuoco a fiamma bassa e lascia sciogliere lo zucchero.
Quando lo sciroppo inizia a bollire, togli dal fuoco e inserisci le pere nella casseruola in modo che siano totalmente coperte di sciroppo (se necessario aggiungi ancora un po’ di acqua tiepida).
Rimetti la casseruola sul fuoco, copri con un coperchio e lascia cuocere a fiamma bassa per 40 minuti.
Dopo 20 minuti aggiungi il succo di limone e continua a cuocere.
Ultimata la cottura, fai intiepidire le pere nel loro sciroppo senza toglierle dalla casseruola.
Prima di servire, togli le pere dalla casseruola e fai restringere leggermente lo sciroppo sul fuoco.
Servi le pere accompagnate dal loro sciroppo o in una versione più golosa cosparse di salsa al cioccolato (ottenuta fondendo a bagnomaria la cioccolata tagliata a pezzi e la panna) e mandorle tostate e tritate grossolanamente.


EASY: : dessert goloso dopo cena in una fredda serata invernale: al posto della frutta, servite con la sala al cioccolato e le mandorle tritate.
 


CHIC: a colazione, senza la sala al cioccolato, accompagnate dal loro sciroppo e da una tazza di yogurt greco  guarnita con le mandorle tostate.